Il nostro itinerario in Malesia di 15 giorni

Città moderne, giungla, piantagioni da tè e spiagge tropicali: ecco il nostro itinerario in Malesia di due settimane, perfetto per scoprire la parte ovest della penisola.

MALESIAITINERARI

Marzia

1/14/202511 min read

A giugno 2024 siamo partiti per iniziare l’esplorazione di una parte di mondo che ci ha sempre affascinati: il sud-est asiatico. Era la prima volta in queste zone, e abbiamo deciso di cominciare da uno stato che spesso viene messo in ombra dalle sue vicine più turistiche Indonesia e Thailandia. Stiamo parlando della Malesia.

Con sole due settimane a disposizione abbiamo organizzato gli spostamenti in modo da massimizzare i nostri giorni lì, e approfondire quanto più possibile le regioni che avremmo visitato.

Ovviamente il tempo non è mai abbastanza quando si parla di viaggi, ma abbiamo fatto del nostro meglio ;)

Ecco il nostro itinerario di 15 giorni nella terra di Sandokan (in fondo trovate un po' di foto).

Giorno 1 - 18 giugno

Siamo partiti da Milano Malpensa verso le 11 con la compagnia aerea Etihad. Ci aspettava un volo di 6 ore per raggiungere Abu Dhabi, dove abbiamo fatto un rapido scalo per cambiare aereo e ripartire in serata alla volta di Kuala Lumpur. Dopo una notte praticamente insonne, siamo atterrati alle 8:30 del 19 giugno all’aeroporto di KL.

Giorno 2 - 19 giugno

Per colazione abbiamo subito voluto assaggiare i sapori tipici con un bel nasi lemak, un gustoso piatto di riso cotto nel cocco, accompagnato da cetrioli, acciughe essiccate, arachidi, uova e salsa piccante sambal. Buonissimo!

Dopo aver preso il treno che dall’aeroporto ci ha portati in città, ci siamo scontrati con il caldo umido del sud-est asiatico: il primo impatto è stato forte, considerando anche che eravamo stanchi da volo e dal jet lag, ma alla fine dobbiamo dire che si siamo abituati abbastanza in fretta a questo clima.

Siamo andati subito in albergo per riposare un po’, e siamo poi usciti verso l’ora di cena in cerca di cibo.

Ci siamo diretti al Jalan Alor Food Market per provare lo street food, una via piena zeppa di bancarelle e localini che servono cibo tipico della cucina malese, indonesiana, thailandese e indiana. Abbiamo mangiato molto bene e c’è tantissima scelta, per tutti i gusti ed esigenze.

Giorno 3 - 20 giugno

Dopo la colazione, abbiamo preso un Grab, il servizio di taxi del sud-est asiatico, che in 30 minuti ci ha portati in un sito induista appena fuori KL, molto conosciuto per l’iconica statua dorata e la scalinata arcobaleno: le Batu Caves.

È un complesso di templi induisti che si sviluppa su tre grotte, la più visitata delle quali è la Temple Cave (che è anche l’unica gratuita).

Per approfondire questo luogo vi rimandiamo al nostro articolo dedicato proprio alle Batu Caves.

Abbiamo trascorso qui la mattina e la prima parte di pomeriggio, e poi siamo ritornati in città per visitare un altro tempio, questa volta buddhista: il Thean Hou Temple.

Per arrivarci bisogna salire in cima a una collina da cui si vede tutta Kuala Lumpur, quindi già così vale la pena una visita. La struttura è bellissima, ricca di colori e dettagli, ed è circondata da bei giardini con giochi d’acqua, stagni di pesci koi e statue cinesi.

Con un altro Grab ci siamo spostati in centro per la cena. Abbiamo mangiato nella zona di Petaling Street, famosa oltre che per le bancarelle di merce contraffatta anche per i molti locali tipici a poco prezzo, in cui abbiamo mangiato benissimo.

Giorno 4 - 21 giugno

Ci siamo svegliati abbastanza presto per andare alla stazione TBS dove ci aspettava un pullman che ci avrebbe portato a Tanah Rata, una piccola città immersa tra le verdi colline delle Cameron Highlands.

Quando siamo arrivati era ora di pranzo e diluviava, ma tanto non saremmo andati da nessuna parte perché stavamo entrambi male, quindi abbiamo passato il pomeriggio in albergo a riposarci, e siamo usciti solo per la cena in un ristorante sotto al nostro hotel.

Giorno 5 - 22 giugno

Per fortuna aveva smesso di piovere e ci sentivamo meglio, quindi ci siamo preparati per la nostra giornata in giro per le piantagioni da tè. Abbiamo affittato uno scooter a Tanah Rata (per guidare in Malesia serve la patente internazionale. Leggete questo articolo per scoprire quali documenti vi servono in questo Paese) e siamo partiti. Il clima qui è molto più fresco che in città e si stava bene con felpa e pantaloni lunghi.

Come prima cosa ci siamo diretti a sud, alla Boh Tea Center and Factory, centro di produzione del famoso tè a marchio Boh. La visita all’interno dell’edificio era gratuita, e ci hanno spiegato il processo produttivo che parte dalle foglie da tè e arriva al prodotto finale.

Poi siamo risaliti in sella allo scooter e siamo tornati nei dintorni di Tanah Rata, alla Cameron Valley Tea Estate. Qui c’erano molti più turisti ma dobbiamo ammettere che lo scenario ci è anche piaciuto di più, con la scritta tipo Hollywood tra le colline.

L’ultima tappa della giornata è stata un’altra piantagione della Boh Tea, il Boh Tea Center, famosa per il suo bar a sbalzo sulla collina. In realtà siamo arrivati poco prima della chiusura quindi non abbiamo fatto in tempo a visitare il museo o fare un tour dentro alla fabbrica.

Prima di tornare alla base ci siamo fermati lungo la strada a comprare un cestino di fragole bianche, dato che alle Cameron Highlands ci sono coltivazioni di fragole ovunque.

Giorno 6 - 23 giugno

Al mattino ci aspettava un altro bus in direzione Georgetown, sull’isola di Penang. Anche qui siamo arrivati per pranzo e appena abbiamo messo piede in città ci siamo subito innamorati.

Georgetown è una città vivace, colorata, ricca di culture e si respira un’aria di piccolo paese. Siamo stati qui quattro giorni ma con il senno di poi ci saremmo dovuti fermare di più.

Nel pomeriggio abbiamo comprato i biglietti per la Peranakan Mansion, una casa-museo che ricrea lo stile di vita della comunità Peranakan del 19esimo secolo attraverso una collezione di più di mille pezzi di antiquariato.

Verso sera abbiamo fatto una passeggiata sul lungo mare, fino ad arrivare in Gurney Drive, dove abbiamo cenato alle bancarelle di street food che, se dobbiamo essere sinceri, non ci hanno entusiasmati.

Giorno 7 - 24 giugno

Con un bel nasi lemak nella pancia, ci siamo diretti alla collina che domina Georgetown, la Penang Hill. Qui ci si potrebbe stare una giornata intera: ci sono templi, parchi e trekking bellissimi, per non parlare della vista!

Noi ci siamo concentrati su due siti in specifico: il Kek Lok Si Temple e la riserva naturale The Habitat.

Partendo dal Kek Lok Si Temple, il più grande tempio buddista della Malesia, abbiamo trascorso l’intera mattinata a esplorare le sue mille sale e a passeggiare nei giardini. Molto bella la salita alla Pagoda dei diecimila Buddha, che con i suoi sette piani regala una vista bellissima sul tempio e sulla città. L’ingresso al tempio è gratuito, se invece si vuole salire ai livelli superiori (sì, perché le sale e i giardini si sviluppano su più livelli) bisogna pagare il biglietto del breve tratto in funicolare.

Conclusa la visita, a circa mezz’ora di cammino si arriva all’entrata di The Habitat. Da qui si prende un’altra funicolare che attraversa un tratto di foresta in salita per poi lasciare i visitatori nella zona principale del parco. Qui si può scegliere di seguire uno dei tanti sentieri segnalati sulle cartine. Quello che abbiamo fatto noi era abbastanza breve ma era su una strada asfaltata, che spezzava un po’ l’atmosfera naturale; abbiamo però visto molte scimmie di varie specie, così come degli scoiattoli volanti.

Ci siamo goduti in tranquillità il parco, e nel tardo pomeriggio siamo tornati in città.

Giorno 8 - 25 giugno

Ci siamo presi la mattinata per riposarci in albergo, e siamo tornati all’esplorazione dopo pranzo.

La meta? I villaggi di palafitte del porto di Georgetown. Le casette in legno sono costruite su passerelle, e si sviluppano intorno a 8 moli. Ognuno prende il nome dal clan che ci viveva, e il più famoso di tutti, ma anche quello meno autentico, è il Chew Jetty. Perché dico meno autentico? Lo si capisce da subito appena si imbocca la passerella principale: negozi di souvenir su entrambi i lati della via.

Gli altri moli ci sono piaciuti di più, hanno conservato la loro autenticità e sono anche più tranquilli perché in giro si vedevano solo i residenti e pochissimi turisti. In particolare ci è piaciuto molto il Tan Jetty, da dove abbiamo aspettato il tramonto, godendoci il suono delle onde.

Di sera ci siamo addentrati nel centro storico di Georgetown, patrimonio Unesco, e abbiamo girovagato per i suoi bellissimi vicoletti dando la caccia ai murales, che in questa città sono veri e propri protagonisti dei quartieri.

Giorno 9 - 26 giugno

Questa è stata una giornata molto improvvisata, decisa due giorni prima parlando con un autista del grab.

Abbiamo deciso di comprare all’ultimo due biglietti aerei per Langkawi, un’isola poco più a nord di Penang, praticamente al confine con la Thailandia, dal mare turchese e dalle spiagge di sabbia bianca.

Neanche il tempo di decollare che eravamo già arrivati! Usciti dall’aeroporto abbiamo preso un grab per raggiungere una spiaggia nel nord dell’isola, che ci sembrava appartata e poco turistica. Si tratta della Tanjung Rhu Beach, ed effettivamente oltre noi due ci saranno state altre 10 persone massimo.

Ci siamo goduti il mare, abbiamo bevuto latte di cocco direttamente dalle noci e ci siamo anche scottati per bene, nonostante la protezione solare 50+.

Nel tardo pomeriggio siamo ritornati all’aeroporto per il volo di rientro a Penang.

Giorno 10 - 27 giugno

Per la nostra ultima giornata sull’isola, abbiamo deciso di spingerci nella parte nord-ovest, dove si trova il Taman Negara Pulau Pinang National Park, il più piccolo parco nazionale della Malesia.

Volevamo infatti fare un trekking nella giungla, e avevamo letto che lì ci sono tanti sentieri tra cui poter scegliere. Alla fine però nel periodo in cui siamo andati noi erano quasi tutti chiusi.

Abbiamo allora optato per il sentiero che ci avrebbe portato alla Pantai Kerachut, la spiaggia delle tartarughe (spoiler: non ne abbiamo vista neanche una). Come tempo di percorrenza è segnato due ore, e infatti più o meno quello è stato il tempo che ci abbiamo impiegato.

Il percorso ci è piaciuto moltissimo, immersi nella vegetazione e nel silenzio, molto suggestivo! Certo, l’umidità alle stelle e le alte temperature non ci hanno agevolati, ma alla fine la natura era così bella che non ce ne siamo più accorti.

Una volta arrivati alla spiaggia abbiamo mangiato il nostro pranzo al sacco, che avevamo comprato nei negozi che circondano l’entrata del parco, e abbiamo aspettato la barca che ci avrebbe portato su un’altra spiaggia del parco.

Durante il tragitto in mare siamo stati così fortunati da incontrare un branco di delfini, che ci hanno accompagnati per un tratto di strada. È stato un regalo inaspettato, molto emozionante: il ricordo più bello dell’intero viaggio.

Salutati i delfini, siamo sbarcati alla Monkey Beach, la spiaggia delle scimmie. E di scimmie ce n’erano un bel po’, e non si facevano problemi ad avvicinarsi per chiedere del cibo. L’ambientazione era da cartolina: noi seduti tra le palme, ad ammirare il mare calmo e le barche ormeggiate a riva, con del latte di cocco fra le mani.

Purtroppo il momento di salutare questo bellissimo parco è arrivato, e abbiamo ripreso la barca che ci ha riportati al cancello di ingresso al parco.

Giorno 11 - 28 giugno

Sveglia di mattina presto per prendere un volo di un’ora e mezza in direzione Singapore. Una volta arrivati a destinazione, abbiamo trascorso un paio d’ore in aeroporto perché volevamo vedere il famoso centro commerciale Jewel Changi, con l’iconica cascata che sembra bucare il soffitto di vetro, circondata da una fitta vegetazione.

Poi ci siamo spostati in città e, dopo il check-in in albergo, ci siamo diretti verso la zona di Marina Bay per la sera. Abbiamo passeggiato tra i grattacieli e abbiamo cenato a Chinatown, per poi andare all’iconico giardino botanico Gardens by the Bay per assistere al secondo spettacolo della serata. Di che spettacolo sto parlando? Per chi non li conoscesse, i Gardens by the Bay, oltre a essere un giardino botanico, sono anche la casa dei Supertrees, delle grandi strutture a forma di albero, ricoperte di luci che durante gli spettacoli creano delle corografie a tempo con la musica. Ci sono due spettacoli, alle 19:45 e alle 20:45, tutte le sere dell’anno, e il programma musicale cambia ogni mese. Nota importante: è gratuito.

Per concludere la serata, abbiamo fatto un giro nell’enorme centro commerciale sotto Marina Bay Sands, altra icona di Singapore con il suo ultimo piano a forma di nave.

Giorno 12 - 29 giugno

La nostra seconda e ultima giornata a Singapore è iniziata con un breve acquazzone, che è finito non appena siamo arrivati alla prima tappa, il quartiere arabo di Kampong Glam.

Qui abbiamo visitato la Moschea del Sultano e abbiamo passeggiato per le vie super colorate di questa zona. Ci sono tantissimi locali in cui mangiare, ma nella via principale i prezzi sono più alti rispetto a quelli che si trovano nelle vie laterali, quindi vi consigliamo di addentrarvi nel quartiere per risparmiare un po’.

La prossima tappa è un punto panoramico che detiene un record: il più complesso residenziale pubblico più alto del mondo insieme ai due giardini più lunghi mai costruiti su grattacieli. Stiamo parlando del Pinnacle@Duxton. Dalla cima dell’edificio si ha una vista a 360° sulla città: si vedono i grattacieli moderni, il porto e la parte più antica con le casette coloniali.

Poco distante c’è il Buddha Tooth Relic Temple, un tempio buddhista che ospita la reliquia del dente di Buddha.

Per finire la giornata, siamo tornati a Marina Bay giusto in tempo per assistere a un bellissimo spettacolo di fuochi d’artificio sullo sfondo dei grattacieli, che abbiamo scoperto essere una prova del vero spettacolo che ci sarebbe stato per il National Day.

Non ci siamo fatti mancare neanche lo spettacolo dei Supertrees, che per puro caso quella sera sarebbe stato diverso, a tema aurora boreale.

Giorno 13 - 30 giugno

Dopo colazione ci siamo spostati con la metro per andare un po’ fuori città, alla stazione dei pullman dove ci aspettava anche il nostro, che ci avrebbe riportati in Malesia, più precisamente a Malacca.

Siamo arrivati per l’ora di pranzo e abbiamo mangiato in un localino tipico dove servivano la cucina Nonya, ovvero della tradizione Peranakan.

Il centro di Malacca è abbastanza piccolo, quindi lo abbiamo girato a piedi nel pomeriggio. Abbiamo visto la Dutch Square dagli edifici color mattone, e siamo saliti sulla collina dove c’è la chiesa di Saint Paul e la fortezza portoghese A Famosa.

Per cena abbiamo di nuovo mangiato street food in Jonker Walk, la via principale del quartiere di Chinatown, affollatissima ma con un sacco di bancarelle tra cui scegliere.

Giorno 14 - 1 luglio

Come ultima cosa da fare prima di tornare a casa, volevamo regalarci un massaggio, e siamo ritornati in Jonker Walk, dove la sera prima avevamo visto tanti negozi che offrivano questo tipo di servizio.

Abbiamo poi comprato i biglietti per fare una crociera sul fiume che divide Malacca, un ottimo modo per vedere la città se si ha poco tempo, ma che non ci ha entusiasmati troppo.

Nel pomeriggio siamo saliti sull’ultimo pullman che ci ha portati a malincuore all’aeroporto di Kuala Lumpur. Il nostro volo era il mattino dopo, quindi abbiamo affittato una piccola camera di hotel a 10 minuti da lì.

Così finisce il nostro viaggio in questa bellissima terra, che tanto ci ha regalato e tanto ci è rimasta nel cuore. Ma è solo un arrivederci, non un addio.

Giorno 15 - 2 luglio

Saliti sul volo di prima mattina, abbiamo salutato la Malesia dal finestrino.

Abbiamo volato nuovamente con Etihad, quindi lo scalo era sempre ad Abu Dhabi, ma questa volta dalla durata di 12 ore. Siamo arrivati verso le 14 e il nostro volo sarebbe ripartito alle 2 di notte, quindi volevamo approfittarne per girare la città, ma ci siamo presto resi conto che i nostri corpi proprio non ce la facevano: c’erano la bellezza di 48°, con l’aria caldissima del deserto che ci toglieva il fiato.

Ci siamo rifugiati così in un centro commerciale al fresco, aspettano che il sole calasse.

Verso le 18 siamo entrati all’enorme e stupenda Moschea dello Sceicco Zayed dopo aver prenotato l’ingresso tramite il loro sito. Un luogo da favola! Essere circondati da tutto quel marmo bianco e oro, da tutti i meravigliosi dettagli, dai tappeti decorati a mano e dai lampadari che sembravano dei gioielli ci ha fatto dimenticare del caldo soffocante. Eravamo incantati!

Per quello che abbiamo potuto vedere, Abu Dhabi non ci è piaciuta per niente, ma in compenso siamo potuti entrare in una delle moschee più belle e grandi del mondo.

Stremati dal caldo e dalla stanchezza ci siamo addormentati sulle poltrone dell’aeroporto, in attesa di imbarcarci per il volo di rientro in Italia.

Questo era il racconto giorno per giorno del nostro bellissimo viaggio in Malesia.

Speriamo che possa essere di ispirazione per qualcuno di voi e, se così dovesse essere, ricordatevi che possiamo aiutarvi a organizzare un viaggio altrettanto bello, in Malesia o in qualsiasi altra parte del mondo.

Per farlo, mandaci una mail a marzia.acuto@evolutiontravel.email, oppure contattaci sui nostri profili social, dove ci trovi come @voloviaviaggi.